L'ALBURU DI LI BANDERI
Nei giorni scorsi si è svolta una
solenne cerimonia per ricordare le vittime della famosa nave Titanic. Come è
noto circa cinquecento di tali cadaveri furono spiaggiati nella Radda di Li
Mindi la mattina del 30.02.1918.
I miseri resti dei poveri
naufraghi furono ammassati nei pressi di un grosso ed ultrasecolare ghjazoni,
che fu adornato di bandiere e da allora fu chiamato “L’alburu di Filippu”...
pardon... “L’alburu di li Banderi”.
All’epoca non esistevano le
comunicazioni come oggi, per cui tutti gli accorsi (mutui soccorritori) si
chiesero da dove provenissero. Fu uno dei cadaveri a dissipare ogni dubbio, l’unico
che parlava l’italiano, benché fosse americano DOC. Disse di chiamarsi Gion
Uein, e faceva parte del 7° Rgmt. Cow Boys del Minnesota. Era imbarcato sul Titanic in quanto
doveva andare a cercare alcuni cavalli da soma che erano fuggiti dal suo ranch in
Arizona. Disse che la grande nave aveva sbattuto contro un gigantesco scoglio
che, secondo le carte nautiche, non avrebbe dovuto trovarsi lì.
I resti del poveraccio furono poi
caricati, assieme agli altri, sulla groppa di Biddeddu, focoso destriero
ragliante, molto famoso per aver fatto parte del cast della fola “L’asinu
cagadinàa”, e tutti insieme furono portati al cimitero della ridente località
che però non era stato ancora costruito.
Alla toccante cerimonia hanno
partecipato le autorità dei due paesi coinvolti, i vice sindaci Tony Moon
(meglio noto come Moon Tony) e tale T. MacBush della The Saddles County, che, con l’ausilio di alcuni valenti storici e
ricercatori presenti in loco, ha illustrato i dettagli della tragedia.
A me mi pari una di chiddi macchinati
Ooo, agghjummaài, biddée'! Sempri lu matteèssi seti...
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